GALLERIA RIZZI

La Galleria Rizzi è nata per volontà dell´avvocato Marcello Rizzi che morendo (1960) dispose che l´intero patrimonio di dipinti e di oggetti d´arte raccolto da suo padre Vittorio e da lui stesso venisse esposto al pubblico nel palazzo di Via Cappuccini, di cui la famiglia aveva curato la costruzione nel 1926. Per la realizzazione del suo progetto l´avvocato Rizzi volle che venisse istituita una Fondazione che, sotto la vigilanza del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, curasse la nascita e la gestione della Galleria.

 
 

La raccolta divenne accessibile al pubblico nel 1967 dopo i necessari lavori di adattamento dei diversi appartamenti in cui era suddiviso il palazzo. In questa prima sistemazione della collezione vennero privilegiati soprattutto i dipinti, che trovarono posto al secondo e al terzo piano dell´edificio mentre il primo piano rimane escluso dal normale percorso di visita. L´ordinamento attuale, avviato nel 1990 e completato nel 1996, non ha modificato i criteri espositivi fissati subito dopo la morte di Marcello Rizzi, ma ha integrato l´esposizione dei dipinti (riordinata secondo più stringenti criteri cronologici) con l´apertura del primo paino del palazzo, in cui è stato dato spazio a tutti gli altri oggetti che erano rimasti esclusi nella precedente sistemazione. Diversamente dalle sale del secondo e del terzo piano che hanno totalmente perduto l´aspetto di ambienti domestici, le stanze del primo piano sono state allestite cercando di restituire, per quanto possibile, l´atmosfera di una ricca casa borghese tra la fine dell´Ottocento e i primi decenni di questo secolo. In questi ambienti, che dall´ingresso si snodano fino alla sala da pranzo in cui campeggia un grande tavolo apparecchiato con i servizi di gala, hanno trovato posto, le diverse categorie di oggetti (ceramiche, stipi in legno, cornici) verso cui si rivolse l´interesse collezionistico della famiglia Rizzi. I dipinti che completano l´arredo delle sale al primo piano sono stati disposti tenendo conto unicamente della loro valenza decorativa e della destinazione d´uso dei vari ambienti; al contrario al secondo e al terzo piano le opere sono state sistemate secondo un preciso ordine cronologico e raggruppate per scuole (genovese, lombarda, emiliana, veneta, toscana). Le sale al secondo piano contengono dipinti e sculture che, partendo dagli inizi del Quattrocento, coprono il Cinquecento e la prima metà del Seicento; alla seconda metà del Seicento e al Settecento è invece dedicato l´intero terzo piano dove, nei locali che si aprono verso il giardino, sono ospitati anche i depositi e dove trova posto infine una saletta riservata all´esposizione (temporanea e a rotazione), di disegni e incisioni, di cui la Galleria possiede un consistente nucleo (circa cento disegni e seicento incisioni). Tra le opere più significative, per il Quattrocento, i due busti femminili in legno riferibili rispettivamente alla scuola senese e a quella lucchese, il finissimo frammento con la Pietà di scuola fiamminga e la Madonna col Bambino attribuita al Pastura; per il Cinquecento la Morte di Euridice riferibile alla scuola di Giulio Romano, la Madonna col Bambino e San Giovannino di Lelio Orsi, la Cuciniera di Vincenzo Campi, una Sacra Conversazione e Cristo e L´adultera di scuola veneta e due dipinti di Denis Calvaert (un piccolo rame con la Madonna, il Bambino e Santi, datato 1586 e una Presentazione al Tempio datata 1614); per il Seicento di particolare interesse le opere genovesi (Cristo spogliato dai carnefici di Simone Barabino, Matrimonio mistico di Santa Caterina di Andrea Ansaldo, Marta e Maria di Giovanni Andrea De Ferrari, Ritratto di Gentiluomo di Bernardo Carbone, Martirio di san Bartolomeo, vicino a Gioacchino Assereto); ma significativi anche i dipinti toscani (Ritratto di giovinetta di Francesco Furini, diversi Ritratti di Giusto Sustermann e della sua scuola, Giuditta e Oloferne di Carlo Dolci). Per il Settecento da segnalare la Crocifissione di Domenico Parodi, L´Andata al Calvario di Alessandro Magnasco, la Morte di Leandro di Sebastiano Ricci, il Ratto di Europa di Corrado Giaquinto, e tre tele di Felice Boselli (due Nature Morte con pesci e crostacei e una Bottega di Macellaio). Tra gli oggetti, di particolare rilievo alcuni stipi in legno intarsiato del Seicento, un cassettone lombardo del Settecento e due cassettoni di Giuseppe Maggiolini.

 

Scultore senese, Busto di giovinetta
legno policromo, seconda metà sec.XV
Pittore fiammingo, Pietà
Tempera su tavola (frammento) 1470 circa
     

 

Denis Calvaert, Presentazione di Gesù al tempio, olio su tela, 1614
Andrea Ansaldo, Matrimonio mistico di santa Caterina, olio su tela, 1625 circa
     

 

Giovanni Andrea De Ferrari, Marta e Maria, olio su tela, 1640 circa
Simone Barbino, Cristo spogliato dai carnefici, olio su tela, 1615
     

 

Artigianato fiorentino, Stipo intarsiato
sec XVII

Giuseppe Maggiolini, Cassettone
legno intarsiato, fine sec. XVIII
 
Domenico Parodi, Crocifissione
olio su tela, inizi sec. XVIII
     

Il testo e le immagini di questa pagina sono tratti dal deplian informativo della Galleria Rizzi SITO UFFICIALE

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